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  • Giulia Guerrato

Viaggio d'inverno


La verità è che ho un estremo bisogno di tutte queste pagine, e tutte per me.


Non ho conosciuto Vittoria Serena, ma l'ho conosciuta, perché quando leggi qualcuno gli entri dentro, accedi ai suoi pensieri confusi (chi di noi pensa ordinatamente?) ed intensi. Spesso la sensibilità che mi caratterizza mi è di gran peso. Mi angoscia. Mi inquieta. Mi sovrasta. Ed è per questo, credo, che cerco di essere intensa in tutto quello che faccio. Così scriveva Vittoria. Chissà dov'era mentre faceva questi pensieri. Forse era in una delle stesse aule che frequentavo anch'io, tra gli stessi banchi, ascoltando le stesse lezioni. Mi piace pensare che ci si possa ritagliare uno spazio per stare soli con se stessi, anche in mezzo a decine di altre persone. Chi prende distrattamente qualche appunto, chi ‒ annoiato ‒ appoggia la testa sul banco e chiude gli occhi, chi guarda l'orologio pensando ai minuti che lo separano dalla libertà. Mi piace pensare che Vittoria si sia guardata intorno, che abbia visto la leggerezza delle menti delle altre persone, mentre la sua era così pesante, e che abbia scritto per alleviarla un po'. C'è chi scrive per dare un ordine ai propri pensieri e chi scrive per guardare il proprio caos da una prospettiva diversa. Perché scrivere è come guardarsi allo specchio: più a lungo ti guardi, più ti vedi diverso da come ti vedono gli altri. Lo specchio ti costringe a focalizzare ogni dettaglio, analizzarlo, soppesarlo, valutarlo. E non sempre si esce vincitori dal confronto con lo specchio. Anzi, spesso si esce pieni di critiche, domande, dubbi, incertezze. Scrivere è fotografare stati d'animo, momenti, immagini e renderli immobili, eterni. Per farlo bisogna saper osservare ed ascoltare, osservarsi ed ascoltarsi, mettere i sentimenti sotto inchiesta. Chi scrive si ritrova in chi ‒ come lui ‒ scrive. Si entra in empatia, si accede ad un mondo che non è più quello terreno, dove ciascuno ‒ attendendo alle convenzioni sociali ‒ indossa una maschera e recita una parte. Chi scrive corre, grida, vola come mai potrebbe fare nel mondo terreno. È onnipotente e ‒ contemporaneamente ‒ estremamente vulnerabile, nudo, indifeso. Per questo ci vuole grande coraggio.

Oggi il sogno di Vittoria si è realizzato nelle pagine di un libro, pagine intense ‒ come era Vittoria ‒ e profumate, come sa chi ‒ come noi ‒ ama i libri. Libro che ha preso vita grazie alla collaborazione di Claudia Zaggia ed alla forza della madre Terry. Viaggio d'inverno, di Vittoria Serena e Claudia Zaggia, sostiene con l'intero ricavato della vendita la fondazione i Bambini delle Fate.


Ognuno di noi deve avere un sogno, un piccolo punto ma perfettamente visibile anche se apparentemente irraggiungibile. Quel piccolo punto ci fissa giorno e notte, ci dà la forza per resistere alle pressioni di questa spaventosa vita.

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