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  • Immagine del redattoreLuca Nucera

La svolta verde di Obama


"Quando il mondo incontra le sfide più dure, è l'America a guidare sulla strada da seguire. Ed è così anche con questo piano": in questo modo Obama annuncia quella che in molti hanno già definito la svolta verde degli Stati Uniti. Un piano di riduzioni di emissioni inquinanti da presentare alla Conferenza sul clima di dicembre a Parigi.


Il nodo centrale del piano è il taglio del 32% delle emissioni inquinanti entro il 2030: significa, per gli Stati Uniti, tornare ai livelli del 2005. Approvazione giunge dall'Agenzia USA per l'ambiente: "solo così ridurremo le morti premature legati all'inquinamento dell'oltre il 90%". Hillary Clinton è già pronta per difendere il piano Obama dagli attacchi del partito Repubblicano, che prevede un drastico rallentamento dell'economia statunitense.


Certo è che il target è molto alto, ma raggiungibile: ci sono tutti i mezzi per realizzarlo.

Il piano di Obama, a dir la verità, serve solo a recuperare il tempo perso: sono presenti normative già applicate in altri Paesi: standard economici per i combustibili di auto, camion e veicoli pesanti; le misure di efficienza energetica per gli edifici e gli elettrodomestici; i programmi per la riduzione delle sostanze altamente inquinanti come il carburo di afnio (Hfc), che ha un potenziale inquinante 10mila volte superiore a quello del biossido di carbonio.

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