Parigi capitale del mondo
- Luca Nucera
- 12 gen 2015
- Tempo di lettura: 3 min

Due milioni. A Parigi ieri pomeriggio erano oltre due milioni di persone. Voglio dirlo fin da subito: questi due milioni hanno dimostrato che Parigi, la Francia e l'Europa non si piegano. Questi due milioni hanno capito che la Libertà di espressione, la Libertà di stampa e la Libertà di pensiero non sono così scontate come si credeva. Questi due milioni hanno scosso l'Europa che si stava addormentando: hanno chiarito qual è il cuore dell'Europa, un cuore che batte grazie a dei principi fondamentali e inviolabili. Dei principi che sono stati travolti dagli attentati e dalla violenza. E la folla oceanica, di quelle che non si vedevano dalla liberazione di Parigi dopo la Seconda Guerra Mondiale, ieri ha urlato questo ai terroristi: noi non intendiamo rinunciare alle nostre Libertà. Noi non intendiamo rinunciare ai nostri Principi. Noi non intendiamo cedere al terrorismo e alla paura.
Proprio questo si sentiva ieri a Parigi: non abbiamo paura. E la dimostrazione erano, appunto, i due milioni in piazza a Parigi nonostante l'altissimo rischio; ma la dimostrazione era anche l'altro milione nelle altre piazze francesi.
In una guerra combattuta a suon di simboli, altro elemento chiave è stata la marcia degli oltre 40 capi di Stato o di governo alla testa del corteo: per oltre 200 metri hanno guidato la manifestazione creando una linea compatta, simbolica ma anche reale, contro il terrorismo. Al termine di questa loro breve marcia, Hollande si è fermato tra la gente. Per la prima volta dalla sua elezione, ha riconquistato il consenso popolare. (A discapito dell'estrema destra di Le Pen). Tutti si sono uniti attorno al loro Presidente, certi che riuscirà a risollevare la Francia da questa catastrofe. Esattamente come fecero gli americani dopo l'11 Settembre 2001: si strinsero attorno a Bush, confidando nel suo ruolo. (All'epoca rimase squallidamente zitto solo Al Gore).
Ma mi preme tornare sulle due milioni di persone presenti in piazza ieri, sul milione di persone nelle altre piazze di Francia e sulle centinaia di migliaia di manifestazioni nelle piazze europee e mondiali. Non ci fu una reazione simile dopo gli attentati di Londra e Madrid. Solamente dopo l'11 Settembre avvennero delle manifestazioni di piazza, ma mai di questa entità (almeno in Europa). Ma questa volta i terroristi sono riusciti dove altri come loro avevano fallito in precedenza: colpendo il World Trade Center avevano simbolicamente colpito la nostra economia, colpendo il Pentagono avevano simbolicamente colpito la nostra sicurezza, colpendo la metropolitana di Londra avevano colpito la nostra quotidianità, mentre colpendo i treni di Madrid avevano colpito la nostra libertà di movimento. Ma colpendo la redazione di Charlie Hebdo e spargendo altro sangue nei giorni seguenti, hanno colpito quei Principi e quelle Libertà che stanno alla base della nostra Cultura e della nostra Democrazia, che risiedono nel cuore e nell'anima di tutti e dei quali siamo tutti custodi. È l'ennesima volta che lo dico, ma non sarà l'ultima. Colpendo quelle Libertà, hanno colpito tutti noi: ci hanno chiamato in causa. E la manifestazione di Parigi è la nostra risposta, è la dimostrazione che con quelle Libertà, che vorrebbero spazzare via, noi viviamo tutti i giorni. Quelle Libertà di cui siamo i padri fondatori e al contempo i figli custodi. Quelle Libertà che non vediamo, che non sentiamo, che non percepiamo in alcun modo ma senza le quali non potremmo vivere. Quelle Libertà che ci rendono migliori di loro, dei terroristi, e che ci infondono la consapevolezza che, nonostante tutto, nonostante la paura, nonostante il terrore, nonostante la guerra che ci hanno dichiarato, noi vinceremo.
Le Libertà vinceranno.
Lo dice Parigi: capitale, almeno per un giorno, del mondo.
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