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"L'ISIS va distrutto"

  • Immagine del redattore: Luca Nucera
    Luca Nucera
  • 25 set 2014
  • Tempo di lettura: 2 min

È durato quasi quaranta minuti il discorso del Presidente Obama all'Assemblea Generale delle Nazioni Unite, ieri a New York. L'ISIS l'argomento principale. Ed Obama non risparmia niente a nessuno.


Quaranta minuti in cui il Presidente americano ha invocato l'aiuto degli alleati europei per sconfiggere la minaccia del terrorismo islamico, sottolineando l'impegno dei paesi arabi in questa lotta. Ma non solo: ha delineato quattro punti fondamentali: depotenziamento e distruzione dei gruppi fondamentalisti come l'ISIS; la condanna netta e decisa da parte del mondo musulmano di organizzazioni come l'ISIS o Al Qaeda; la necessità di affrontare seriamente il tema delle guerre di religione, in modo particolare tra sciiti e sunniti, ed infine l'obbligo da parte dei Paesi arabi di fornire risorse ai giovani, sia tramite l'istruzione sia tramite il lavoro.


Ma nonostante questi quaranta minuti di appello ai Paesi europei, fino ad ora a rispondere sono state solamente Francia e Regno Unito (che hanno pagato con la vita di alcuni loro concittadini questa scelta). L'Italia, in quel momento rappresentata dal Ministro degli Esteri Mogherini accompagnata da un distratto Matteo Renzi, preferisce sovvenzionare l'ISIS e Al Qaeda, tramite il pagamento dei riscatti, piuttosto che impegnarsi seriamente in una guerra. Ancora una volta, insomma, l'Italia sceglie le mezze vie: aiuta la popolazione locale con l'invio di sussidi umanitari, ma al contempo non si impegna militarmente. Si professa alleata degli Stati Uniti, ma non si schiera.


Se da una parte l'ONU ha vincolato i Paesi membri ad un maggior controllo dei flussi di militanti Jihadisti verso la Siria, imponendo l'obbligo alle compagnie aeree di fornire in anticipo i nominativi dei passeggeri alle autorità nazionali competenti con il fine di impedire anche solo il transito di individui ritenuti vicini ai gruppi estremisti, dall'altra Obama stesso riconosce che le dichiarazioni sulla carta non manterranno al sicuro le Nazioni, ma che serviranno piuttosto azioni concrete per fermare quest'avanzata che rischia di far collassare l'intero Occidente.


Tutto questo mentre Matteo Renzi sottolinea che l'impegno italiano sarà vincolato alle scelte parlamentari.

Un modo come un altro per lavarsi le mani da ogni decisione.

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