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La guerra in casa nostra

  • Immagine del redattore: Luca Nucera
    Luca Nucera
  • 25 set 2014
  • Tempo di lettura: 2 min

"Il livello di allerta per terrorismo in Italia è molto elevato" dice il Ministro degli Interni, Alfano. "In Europa c'è chi è più esposto di noi, ma ciò non vuol dire che possiamo rilassarci" con riferimenti espliciti a Francia e Regno Unito. Insomma, i raid contro lo Stato Islamico potrebbero spingere cellule terroristiche a rappresaglie. Il nostro Paese, non essendo direttamente coinvolto nei bombardamenti, non è il principale obiettivo dei miliziani dell'ISIS.


Ma quanto spaventa maggiormente i piani alti della politica non è il singolo attentato, quanto piuttosto l'adescamento e l'addestramento via web di giovani arabi (e non solo), molto spesso emarginati dai loro simili.


Il Ministro degli Interni ha oggi esposto il piano di prevenzione e di sicurezza nazionale, diviso in più fasi.

1) Attività congiunta di intelligence e forze di polizia nel Comitato di analisi strategiche antiterrorismo. Questo centro, che Alfano chiede sia esportato a livello europeo, è un punto fondamentale per lo scambio di informazioni tra i vari organi competenti.

2) Un più stretto controllo sui passeggeri in transito nell'area Schengen tramite l'istituzione di un'unica banca dati europea nella quale verranno inserire le informazioni sui viaggi aerei.

3) Creazione di squadre miste di esperti di vari Paesi europei, con il fine di aumentare i risultati.

4) Maggiore controllo della rete tramite la creazione di un centro di assistenza linguistica-legale per monitorare l'attività nel web.

5) Modifiche al codice penale, prevedendo l'estensione delle misure riservate ai reati mafiosi anche a quelle di terrorismo. Inoltre verrà prevista la punibilità del singolo combattente e non solo del reclutatore.


Con queste misure il governo intende far fronte alle crescenti minacce dell'ISIS contro l'Occidente.


Nonostante queste iniziative non siano numerose, dovrebbero riuscire a tenere sotto controllo l'intero sistema di sicurezza nazionale. Forse, però, manca un maggior controllo delle frontiere. Forse non è tutto.

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