top of page
  • Immagine del redattoreLuca Nucera

Turchia in Europa? No grazie!


Le ultime elezioni presidenziali in Turchia hanno sentenziato la vittoria di Recep Erdogan, già Primo Ministro ininterrottamente dal 2003 ad oggi. Leader del Partito per la Giustizia e lo Sviluppo (partito islamico conservatore), la sua vittoria è vista come un rischio per le minoranze: i maggiori partiti di opposizione temono un forte indirizzamento verso l'islamizzazione della Turchia, oltre che rischiose manovre politiche che permetterebbo al neo presidente di accentrare il potere su di sè. Diverrebbe, in questo modo, l'interlocutore con il quale l'Unione Europea si troverebbe a discutere per la paventata annessione della Turchia. Una delle più grandi follie messe in atto dall'Unione. E ora vi spiego perchè mi schiero contro tale abominio.


La motivazione più evidente è che la Turchia non rientra geograficamente nei confini dell'Europa: aggrappata al Vecchio Continente solamente tramite un piccolo lembo di terra, la Turchia confina con Stati politicamente instabili o rischiosi: la Siria, ancora interessata da una grave guerra civile; l'Iraq, impegnato a combattere le milizie dello Stato Islamico del Levante che è nato e si è espanso proprio nelle zone confinanti con la Turchia; l'Iran, una teocrazia in cui i diritti umani fondamentali sono quotidianamente violati ed in cui il potere è detenuto dal clero sciita e cioè dagli ayatollah; l'Armenia, con la quale le relazioni diplomatiche sono decisamente tese a causa del genocidio messo in atto dall'Impero Turco. Diventa quindi evidente che l'annessione della Turchia metterebbe a rischio la sicurezza dei confini stessi dell'Unione Europea: trovandosi ad affrontare degli Stati che facilmente prendono in mano le armi, l'UE si troverebbe costretta a spendere centinaia di milioni di euro per garantire la sicurezza dei propri confini, non possedendo un esercito proprio. Inoltre tali Paesi potrebbero un giorno avanzare la richiesta di ammissione nell'Unione: in tal caso diventerebbe evidente la totale perdita dei caratteri fondanti dell'UE.

Il secondo motivo per cui mi schiero con forza contro l'annessione della Turchia è il seguente. La Turchia è uno Stato a forte crescita demografica: entro il prossimo decennio toccherà i CENTO milioni di abitanti, diventando così il Paese più popoloso dell'Unione e quello a cui spetterebbero il maggior numero di seggi nel Parlamento Europeo. Se così fosse, potrebbe avanzare disegni di leggi di stampo islamista (visto soprattutto i recenti risultati in cui ha vinto il partito islamista conservatore), come per esempio l'ampliamento del reato di "islamofobia", idiozia messa in atto da un'Unione Europea impaurita e incapace di prendere una posizione decisa e consapevole della propria forza.

La Turchia è, nonostante la forte crescita economica degli ultimi anni, un Paese molto povero. Il suo ingresso nell'Unione Europea destabilizzerebbe il sistema di finanziamento delle zone meno prosperose. Il bilancio dei sussidi europei prevede lo stanziamento annuo di 346 miliardi di euro da suddividere tra gli Stati membri a seconda delle necessità. La Turchia sarebbe titolata a ricevere 125 miliardi annui: di fronte a questa cifra spropositata, l'Europa sarebbe costretta ad aumentare il fondo chiedendo maggior contributo agli Stati: un aggravarsi del peso nelle casse dei Paesi membri, da aggiungersi al fondo salvastati, risulta una opzione impossibile da realizzare.

Le richieste avanzate negli anni dalla Commissione europea (ritiro immediato delle truppe da Cipro, riconoscimento ufficiale del genocidio degli armeni, rispetto dei Diritti dell'Uomo, interruzione immediata di ogni persecuzione nei confronti delle minoranze etnico-religiose) non sono state ancora realizzate. Queste condizioni, considerate le basi per prendere in considerazione la richiesta della Turchia, risalgono al 1987.

All'interno dell'Unione Europea e delle sedi decisionali, la Turchia diverrebbe una super-lobby islamica che difenderebbe - in nome della libertà religiosa e della laicità degli Stati - caratteri tipici della cultura araba in totale contrapposizione con la nostra cultura cristiana: il velo, la poligamia e la moralità islamica nei confronti delle donne. La Turchia inoltre ha firmato la Carta Islamica dei Diritti dell'Uomo, che prevede limitazioni della libertà di espressione, pena di morte per i blasfematori e la superiorità delle leggi coraniche rispetto a quelle civili. (Si leggano pure tutte le condizioni per la creazione di una teocrazia islamista).


Questi cinque punti sono le motivazioni principali per cui non è accettabile l'annessione della Turchia nell'Unione Europea. Con l'ipotesi di un'annessione si andrebbe a minare le fondamenta dell'Europa stessa.

È compito dei nostri governanti europei, del Parlamento europeo appena eletto, mantenere saldo il timone di questa istituzione che ha garantito la pace, la crescita e la ricchezza, indirizzandola verso quei principi che, sebbene con numerose diversità, possono rendere uniti i Paesi membri.

0 visualizzazioni0 commenti

Post recenti

Mostra tutti
bottom of page