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Ci risiamo

  • Immagine del redattore: Luca Nucera
    Luca Nucera
  • 24 lug 2014
  • Tempo di lettura: 3 min

Ci risiamo. Lo hanno fatto un'altra volta, ci sono ricascati. Hanno commesso lo stesso scempio dei loro fratelli talebani in Afghanistan. Questa volta, però, senza una sentenza (o presunta tale) emessa da una corte (o presunta tale) in nome di una legge (o presunta tale) che portò alla distruzione dei due meravigliosi Buddha di Bamiyan. Questa volta prima hanno compiuto il delitto e poi se ne sono vantanti davanti al mondo intero. Il delitto in questione è la distruzione della moschea dedicata a Giona, profeta venerato sia dai cristiani, sia dagli ebrei, sia dai musulmani. E proprio per questo motivo, perché luogo di preghiera anche per gli infedeli, i membri dello Stato Islamico del Levante, seguendo la più abominevole delle illogicità umane ed in barba all’importanza storica di questo monumento, hanno pensato bene di farla saltare in aria. Peccato però che subito dopo si siano accaniti contro altre due moschee di altrettanta rilevanza. Peccato anche che con questi nuovi scempi salgono ad oltre trenta i siti di interesse storico compromessi o irrecuperabilmente distrutti. Trenta. E di quest’ultima nefandezza ci hanno mandato pure un video (oltre ad averci mostrato le picconate dedicate alla tomba del profeta): sempre più soddisfatti per il nostro sconcerto. Ma filmati di questo tipo, oltre a documentare di fronte alla Storia la bassezza culturale e l’assoluta bestialità di alcune persone, ci rendono corresponsabili di ulteriori mattanze a danno del nostro passato.


Di fronte a tale atrocità, a tale demenza, a tale scelleratezza e a così tanta ignoranza non posso stare zitto. E chiedo ancora una volta: cosa stiamo aspettando?! Vogliamo per caso dar loro la possibilità di distruggere le vestigia di un passato che, seppur lontano, appartiene a tutti noi? Vogliamo dar loro la possibilità di compiere un ulteriore saccheggio a danno della Storia, proprio come fecero altri iracheni a danno del museo nazionale iracheno a Baghdad? Vogliamo davvero permettere loro di cancellare con un colpo di spugno anzi con una carica di esplosivo altrettanti siti storici di valore inestimabile?! Voci di dissenso si alzano sia dai Paesi Occidentali sia da membri del mondo arabo (a dimostrazione che, pur avendo alla base la medesima cultura, si può giungere a risultati ben diversi). È il caso di Mahmoud al-Asali, professore all’Università di Mosul. Egli infatti ha avuto il coraggio di alzare la voce contro i membri dell’ISIS affermando che non è questo l’Islam in cui crede. Ha pagato con la vita per il suo coraggio.


Non è stato il primo incontro ravvicinato tra i terroristi dell'ISIS e luoghi di culto che, a detta loro, venerano divinità infedeli. Qui troverete una gallery di quelli distrutti da questi criminali: sono solamente alcuni monumenti andati perduti, e chissà quanti altri meno noti hanno dovuto subire la stessa fine dopo secoli di splendore.


Ma quanto più stupisce, ora, è il silenzio. Dov'è "l'Islam moderato"? Perchè non condanna con forza l'ISIS? (Da notare, tra l'altro, che fino ad ora l'ISIS non è considerata un'organizzazione terroristica). L'unico moto di condanna è giunto da Papa Francesco, che ha ricordato i numerosi cristiani costretti ad abbandonare le proprie case. Sorte toccata anche agli sciiti ed ai curdi.


C'è da chiedersi se l'instabilità politica dell'Iraq (che ha appena eletto un nuovo Premier) minerà ancora di più la già fragile situazione del Medio Oriente. Questa guerra civile è la diretta conseguenza dell'occupazione americana e della totale assenza di progettualità da parte del governo Bush. Le prime tre fasi dell'operazione americana (Invasione, scioglimento del potere militare e scioglimento del potere politico) sono andate a buon fine. I problemi sono nati con la quarta fase, e cioè la stabilizzazione del Paese: a breve qui un articolo su questo argomento.

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