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  • Immagine del redattoreLuca Nucera

Parigi. Due settimane dopo.



Tutto è cominciato alle 21.30 di venerdì 13, ed è stato fin da subito un inferno. Diversi gruppi di terroristi islamici, coordinati ed organizzati tra loro, hanno attaccato il cuore della Francia e dell'Europa: Parigi. Con differenti modalità (kamikaze, bombe, fucili) hanno lasciato sul terreno oltre 120 civili, colpevoli soltanto di appartenere ad una società che si basa sui valori della Democrazia e della Libertà. Colpevoli di aver scelto di uscire a cena, di andare ad un concerto, di assistere ad una partita di calcio. Insomma: colpevoli d'essere occidentali.


Ancora una volta i terroristi non erano siriani, iracheni, afghani: erano francesi con regolare cittadinanza, figli della République. È evidente che il modello di integrazione impostoci è fallito: saranno anche figli di Francia, sapranno pure parlare le nostre lingue perfettamente e avranno anche frequentato le nostre stesse scuole, ma non sono entrati a far parte del nostro stile di vita, della nostra cultura e dei nostri valori: non capiscono i concetti di democrazia, di uguaglianza e di libertà che contraddistinguono l'Occidente dal resto del mondo. Colpire Parigi significa questo: colpire il nostro modo di vivere, le libertà alla base della nostra cultura, quelle libertà che sono in totale antitesi con lo spirito stesso dell’Islam. L’Islam basa tutta la propria esistenza su una cifra, il numero uno: un dio, un libro, un popolo. Il concetto di unità, poi, è quanto più distante dalla democrazia: l’Islam è uno, inscindibile. L’Islam moderato non esiste: l’Islam è il Corano. E cos’è questo Corano? “Maometto ha fatto calare dal cielo e messo nel Corano non soltanto dottrine religiose, bensì massime politiche, leggi civili e penali, teorie scientifiche. Il Vangelo, invece, non parla che di rapporti generali degli uomini con Dio e fra di loro. All’infuori di questo non insegna nulla e non obbliga a credere nulla. Già basta questa, tra infinite altre ragioni, per indicare che la prima di queste due religioni non potrebbe reggere a lungo in tempi culturalmente illuminati e democratici, mentre la seconda è destinata a regnare in quelli come negli altri”. Alexis De Tocqueville (L. II, p. I, cap. 5).


Lasciatemi chiarire: l'assioma "Islam è terrorismo" è una follia. Il nucleo del problema è nell'isolazionismo in cui alcune comunità islamiche vivono: impaurite, forse, di scoprire che mondo al di fuori della loro cultura potrebbe anche piacere.


Cultura: è questa l'arma con la quale Renzi vuole sconfiggere il terrorismo. 500€ ad ogni neomaggiorenne dal 2016, soldi da spendere in cinema, teatri, libri, musei, mostre. "Per ogni euro speso in sicurezza, ce ne sarà un altro speso in cultura" dice. E speriamo che sia vero, ma anche se lo fosse non basterebbe. Per sconfiggere il terrorismo, purtroppo, la cultura, anche se fondamentale, non basta: servono forza, lungimiranza, unità.

E a riguardo, ancora una volta la Francia ci insegna molto. Mentre i blitz delle forze speciali francesi sono ancora in corso, un tremolante e provato Hollande tiene un discorso alla Nazione: annuncia lo stato d’emergenza e la sospensione di Schengen. Ma poi, sopra a tutto, emerge ancora una volta il senso di appartenenza a qualcosa di grande, di indistruttibile: la Francia. Lo Stato c’è, lo Stato risponde, lo Stato reagisce: in quelle ore Hollande è ovunque: prima allo stadio, poi in televisione a dichiarare lo stato d’emergenza, poi a presiedere il Consiglio dei Ministri, poi per strada, tra i morti del Bataclan. Lo fa per affermare con forza che lo Stato francese è ovunque, anche “là, tra quelli che hanno assistito a tali atrocità, per dire che noi condurremo questa battaglia” e continua “La Francia è determinata, la Francia è unita”. Forse l’Italia dovrebbe imparare da questo esempio di unità, di forza e di coraggio.

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